Alberto Rizzi
- 21/02/2017 11:34:00
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In questo caso ho commentato per primo, per mettere le mani avanti riguardo al linguaggio utilizzato nella prima parte dellopera (con la poesia tratta da "Invettive"), che sicuramente turberà qualcuno... Però grazie, Angelo, per avere apprezzato anche questo.
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Alberto Rizzi
- 19/02/2017 16:34:00
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Nel 2000 un casa editrice “off” (ma proprio, proprio off…), cioè la “Criatu” di Modigliana (FC), rimase folgorata dai tre poemetti di una decina di pagine (“Invettive”, “La traccia che ho lasciato” e “Confessione”) che avevo autopubblicato come “libri d’artista” nei cinque anni precedenti; e mi propose di raccoglierli nella raccolta breve “Piccola trilogia nera”, che uscì in cento copie appunto in quell’anno. Tale opera, impreziosita da quattro disegni originali di Claudio Parentela (fumettista molto portato a temi splatter) e assieme alla di parecchio posteriore “Opera al nero”, anche se un altro registro, segna il punto più alto della mia produzione “dark” o “gotica” che dir si voglia. Incentrata sul tema della vendetta, questa raccolta ne prende in esame tre momenti: quello dell’odio e della rabbia inconsulta verso soggetti che il protagonista identifica in negativo; la rabbia lucida con la quale mette in atto la sua vendetta; e una meditazione finale con se stesso e la sua coscienza, durante la quale ripercorre ciò che ha fatto. Chiaro che l’impaginazione stessa delle singole poesie e soprattutto il linguaggio risentono di questa differenza di prospettiva dei tre poemetti: con una crudezza, una violenza e un “dire esplicito” nel primo dei tre testi, mai più raggiunte (ma nemmeno cercate) in seguito; e via via più piano e riflessivo nei due seguenti.
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